Il Docfa è un software, il suo acronimo è “Documenti Catasto Fabbricati”. Vediamo a cosa serve, quando si usa e dove scaricarlo.
Cos’è e a cosa serve il Docfa
Il software è scaricabile sul sito dell’Agenzia delle Entrate che provvede ad avvisare l’utente ogni volta che occorre apportare qualche variazione al programma. La versione attuale è 4.004 e la modifica è del 22 marzo 2018. L’utilizzo del software è consentito soltanto ai tecnici, il comune cittadino non è abilitato a trasmettere i documenti con il Docfa. Per poter scaricare il download sono necessari 18 Mb di spazio sull’Hard disk, una RAM di 64 MB, occorre disporre di una Java Run Time, un hard disk, una stampante e per finire di un software per leggere i file in formato PDF. Per facilitare l’uso del programma vengono organizzati periodicamente dei corsi di formazione.
La procedura è informatizzata, elabora i dati che inserisce il tecnico e ad ogni unità attribuisce la rendita catastale, la classe, la categoria catastale, la consistenza. E’ fondamentale aggiornare la pratica al catasto e per poterlo fare è opportuno rivolgersi a un professionista abilitato e presentare i documenti che mostrano lo stato iniziale dell’immobile e i successivi cambiamenti prodotti dopo gli interventi.
Quando è necessario redigere il Docfa
Le circostanze più comuni in cui è indispensabile usufruire del Docfa per apportare una variazione catastale sono:
- divisione, quando un’unità immobiliare viene ripartita in due o più porzioni, ciascuna delle quali presenta le proprie caratteristiche;
- fusione, quando due o più porzioni si uniscono per realizzare una sola unità immobiliare;
- ampliamento, quando si verifica un’estensione di superficie volumetrica dell’unità esistente. In questo caso occorre fare due distinzioni: l’implementazione può modificare la sagoma esterna dell’immobile, questa circostanza comporta un aggiornamento della cartografia e la presentazione del Tipo Mappale per consentire la modifica della mappa del Catasto Terreni, mentre l’ampliamento che interessa l’interno della sagoma dell’immobile non necessita della presentazione del Tipo Mappale;
- demolizione totale, quando il fabbricato viene completamente demolito;
- demolizione parziale, quando a essere abbattuto è soltanto una parte della costruzione;
- diversa assegnazione degli spazi interni, quando si abbattono pareti per realizzare un open space, si spostano tramezzi, si collocano porte, si realizzano soppalchi, senza comportare nessun cambiamento della muratura perimetrale dell’immobile. La chiusura di una terrazza con vetrata o pareti costituisce invece un ampliamento;
- ristrutturazione, quando viene apportato una miglioria qualitativa all’immobile;
- frazionamento e fusione, quando vengono abbattute almeno due unità e costituite altre due con caratteristiche indipendenti;
- variazione della destinazione, quando per esempio un’abitazione viene trasformata in ufficio o da garage diventa negozio. Se la variazione riguarda il singolo vano per esempio la camera da letto si trasforma in soggiorno o lo sgabuzzino in archivio, non comporta nessun aggiornamento planimetrico.
Casi specifici per nuove costruzioni
Si ricorre alla procedura del Docfa per apportare la variazione catastale anche nel caso in cui dovesse mancare la planimetria perché smarrita da parte del catasto o per ovvi motivi non è stata mai presentata. Per quanto riguarda casi specifici che interessano le nuove costruzioni, il Docfa va presentato al catasto per:
- unità afferenti realizzate in sopraelevazione, vale a dire quando esiste un immobile e viene edificata un’altra unità sopra al fabbricato esistente;
- unità afferenti realizzate su aree di corte, per esempio quando viene edificata l’unità su un giardino che al catasto risulta come “bene non censibile” o aggraffata alla parete di un fabbricato già esistente.